Dance with the Devil

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    Un uomo dagli eleganti abiti blu chiaro scendeva dalla carozza color ebano mentre si guardava attorno per constatare il nuovo ambiente polveroso.

    Eh ben peggio di quanto dicevano a Boston

    Gustavo era la prima volta che asseggiava i confini dell'ovest, ma suo malgrado trovava una situazione depressa.
    Scendeva con cautela, mentre si sistemava la cravatta smeraldo con entrambe le mani per poi fornire una copiosa mancia al suo cocchiere per poi muoversi verso l'entrata del saloon.
    Quel posto non era molto diverso dalle bettole che si potevano trovare nelle periferie delle città della East Cost, ma lo spagnolo era decisamente abituato a standard molto alti, amava vivere nel lusso.
    Adorava nascondersi nella luce, nonostante lasciasse il lavoro sporco ad altri monitorava quel semplice locale da ogni angolo.
    Aveva un postura eretta, orogliosa, anche se era nuovo li non voleva darlo a vedere; conosceva fin troppo bene le rotte commerciali anche se la main street ammoniva sulla degenerata situazione locale.

    Chissà se Strauss ha mandato qualcuno pure qui

    Conosceva di nomea il magnate e ne ammirava il suo spirito imprenditoriale, però da parte sua il figlio di Madrid preferiva un approccio decisamente più scaltro.
    Doveva comprendere le dinamiche di potere di questa cittadina dimenticata da dio visto che aveva interagito principalmente con Nueva Eldorado. Cercava un tavolo al centro del locale, anche se per l’ora di pranzo l'edificio era ben affollato. Con la mano destra spostava una sedia in legno per poi attirare l'attenzione di un cameriere con un cenno della mano sinistra.


    Un calice di vino rosso e un alloggio per favore

    Chiedeva al locandiere con il suo migliore sorriso affadabile, lo guardava negli occhi quasi volesse capirne i suoi pensieri più profondi, mentre come sua consuetudine allungava diversi bigliettoni verdi.

    I selvaggi non vi lasciano in pace neppure qui

    Diceva intanto che buttava un occhio su un articolo fresco di stampa, una frase finalizzata ad attaccare bottone. Tendeva l'orecchio per controllare la zona, alla ricerca di discussioni ben più interessanti.

    Edited by Pablomex - 22/8/2023, 19:21
     
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    Rico Calvera sedeva ad un angoletto del locale.
    Era ubriaco fradicio e puzzava da morire. Ma aveva sganciato una bella mancia per farsi una siesta al fresco e nessuno aveva osato avvicinarsi per dirgli niente. Ovviamente, se pure lo avessero fatto, li avrebbe ignorati come era suo solito fare: era talmente una testa calda che avrebbe sicuramente ammazzato qualcuno, qualcuno di ben vestito e che poteva permettersi tutti i giorni una vasca d'acqua per farsi un bagno, ma era troppo presto per tornare di nuovo al gabbio e quindi si limitava ad ignorare ed aspettare.
    Aspettare che gli passasse la sbronza e di avere la forza di alzare la fronte dal tavolo; se non fosse stato per l'enorme petto che si gonfiava ad ogni respiro, avrebbero potuto scambiarlo per un cadavere. Aspettare l'occasione giusta per spaccare un pezzo di vetro abbastanza grande e rapinare il locandiere, o per seguire una signora sola che se ne tornava a casa col cestino pieno di spesa. Aspettare, aspettare, aspettare... ed intanto dormire, magari fare pure qualche bel sogno, di quelli che ti svegli duro come un ciocco di legno e sprechi quei pochi spiccioli sudatamente guadagnati per palpare le mammelle di qualche puta tutta profumata.
    Poi, nel mezzo di quei pensieri, la voce di Gustavo si levò a chiedere un bicchiere di vino ed una camera.
    Rico Calvera non era uno stupido: se avesse voluto, avrebbe potuto tenere le antenne ritte ed aspettare di sapere dove quel damerino si sarebbe messo a dormire, poi lo avrebbe sgozzato nel sonno e lo avrebbe ripulito. Ma la pancia gli diceva di farsi gli affari suoi. Certi uomini hanno una specie di aureola, ma malvagia, che puzzava in maniera diversa da come puzzava lui: era puzza di ammazzamento. E Rico sapeva dare retta alla sua pancia.
    "Se vuoi farlo fuori", gli suggeriva, "ti conviene usare un certo tipo di pallettoni, se lo prendi non si deve rialzare".
    Da sotto il sombrero scassato che gli copriva la testa e mezza faccia, i suoi occhi improvvisamente limpidi osservarono lo spagnolo, tenendolo d'occhio come si tiene d'occhio un serpente a sonagli che riposa affianco al tuo accampamento.
     
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    Jelani era entrato in quella bettola con il suo pugnale e con il medaglione nascosti sotto i vestiti, non aveva la sue veste cerimonale ma era vestito con abiti della classe media americana dismessi e un cappello che aveva comprato usato. odiava frequentare quelle bettole ma per la tribù bianca che si era insiediata in quella parte del Nuovo il nuovo uno col suo colore della pelle indipendemente dal rango,dall'occupazione, educazione e tribù valeva meno di uno spazzino bianco e adesso si trovava nel loro territorio, ma almeno vista la guerra fredda tra fazioni e sottofazioni presenti nella citta nessuno osava cominciare un linciaggio senza motivo dato che in quella città o non potevi sapere mai a chi un nero fosse schiavo o a chi fosse affiliato. Era entrato perché aveva sentito che qualcosa dentro di lui gli diceva di entrare in quella bettola, una volta dentro si sedette al tavolo dove ordino un boccale di whisky e dove notò un noto imprenditore spagnolo messicano che lo fissava come un coniglio: "Senor Torres" disse avvicinandosi all'imprenditore prostandosi poi in un inchino, facendo un sorriso in faccia volutamente forzato in modo da lasciare i bianchi confusi e fargli domandare se era un nero ubriaco o semplicemente stava cercando di ottenere i favori dell'imprenditore; quando si rialzo notò un messicano che guardava lo spagnolo come un coniglio impauritò e si avvicino a lui "Salve" disse per poi cominciare a cantare a bassa voce una nenia in africano col boccale in mano, in modo da stordirlo e lasciare a Gustavo la prossima mossa.
    RedSonja devi tirare il dado, Pablomex se fa un numero diverso da 1 fallisce automaticamente il prossimo tiro ai dadi giusto?


    Edit: Ho aggiustato la grammatica, l'ultima parte e le azioni le ho lasciate invariate.

    Edited by SteelDragon - 19/9/2023, 17:29
     
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    Il flusso dei pensieri di Gustavo veniva interrotto da un pungente odore di alcool.
    Quel fastidio alle narici veniva visualizzato nel girare il capo di quarantacinque e squadrare la figura del messicano.
    Osservava il locandiere contare i soldi ricevuti da quest'ultimo e sorrideva con fare beffardo, era una cifra decisamente cospicua, ma non per lui.
    Quando l'oste gli portava quanto ordinato gli sussurrava.

    Potrebbe fare allontanare gentilmente quel ospite?

    Indicava con lo sguardo l'ispanico, intanto che porgeva una mazzetta grossa il doppio della precedente, così da oliare il suo interlocutore, senza nascondere il contante ed anzi usarlo come amo per studiare quel becero criminale.
    Sorseggiava il vino che era decisamente più acido rispetto agli spumanti a cui era abituato, la qualità dell'uva non era delle migliori, come la relativa cultura.
    La sua attenzione veniva attirata da una voce nuova e il suo interlocutore lo colpiva, rimaneva seduto e accennava un sorrisi mellifluo.
    Ne apprezzava le movenze che suggerivano un trascorso nascosto che alimentava il fuoco della curiosità. Lui doveva essere la guida citata nella lettera, non si aspettava uno schiavo, anche se il suo intuito gli diceva che era qualcosa di più.

    Non sono abituato a vini forti!

    Diceva sorridente al cameriere mentre si portava istintivamente la mano sinistra alla fronte a causa di un fitta alla testa che sicuramente non era dovuta all'alcool,suo fedele compagno della gioventù.
    La sua recita non era finita, nonostante non fosse in cima alla catena alimentare non poteva dimostrarsi alla pari dell'africano,quindi doveva nascondere e reprimere il suo entusiasmo; a tal scopo un profondo respiro aiutava.

    Non sapevo che la sua gente sapesse parlare

    Pungente, ma senza esagerare, dopotutto al momento non era costretto ad esagerare.
    Guardava per un attimo il messicano, ignaro che lo stregone voodoo con quella emicrania aveva aperto la strada ai suoi pensieri.
    Disprezzava quei grezzi banditi, in un contesto diverso lo avrebbe aggredito tramite dei garzoni che lo avrebbero fatto il lavoro sporco, delle forti percorse erano sufficienti per rimetterlo in riga.

    Red consideralo come un tentativo per intimidire fallito, ti suggerisco di descrivere i dolori generati dal Body Controll.


    A cosa devo il suo disturbo
    signor?


    Distaccato verso il mago, voleva metterlo alla prova per essere sicuro che fosse il suo contatto e non era un impostore. Lo spagnolo era prudente ed era ben consapevole che il suo denaro poteva essere un arma a doppio taglio anche per lui. L'attenzione su di lui era un aspetto perfettamente bilanciato, attirava i malviventi come il miele, al tempo stesso una sua eventuale scomparsa avrebbe probabilmente fatto smuovere gli sceriffi.
     
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    Una volta che il polverone della Guerra Civile si sarebbe diradato a sufficienza, in un futuro non troppo lontano, la vincente Unione avrebbe decretato la libertà dei neri ed avrebbe concesso loro pieni diritti come qualunque cittadino degli Stati Uniti d'America (qualunque cittadino che non fosse indigeno, asiatico o mediorientale, ovviamente, ma era un passo importante anche per loro), per cui non era troppo strano vederne uno girare ben vestito per posti di frontiera come Longcross; sicuramente a Nueva Eldorado era ancora più comune, essendo patria di criminali e fuggitivi. E da parecchio prima di qualunque conflitto era ancora meno insolito vederne uno sedere al tavolo di un bianco, soprattutto se questo sapeva cacciare moneta sonante a sufficienza da illuminare una bettolaccia come quella (che no, non era una bettola per niente, anzi, era un luogo pulito e dignitoso, ma come una malattia che contagia il ramo di un albero, il messicano faceva passare il tutto sotto una luce ben diversa da come era qualche mese prima, quando nello stesso luogo si sarebbe potuti vedere seduti allo stesso tavolo lo sceriffo di Longcross ed il nuovo pastore).
    Per cui a Rico poco fregava il modo in cui i due si avvicinarono: quello era solo il segnale che lo spagnolo aveva abbastanza carta da doversi permettere una scorta e che se il desperado voleva metterci le mani sopra doveva usare tutta la sua cautela.

    Il nero lo salutò e Rico alzò un sopracciglio spettinato.
    A guardarlo in faccia, con la pelle bruciata da troppe giornate passate a marcire sotto il sole aspro dell'equatore, sporca di malavita, i lineamenti chiaramente messicani e gli occhietti vispi di chi sa ben sistemare la sua ubriachezza in un cassetto quando sente i guai bussare alla sua porta, Jelani e Gustavo avrebbero fatto poca fatica a capire molte cose di lui; non era difficile associarlo ai bravi che gli sarebbero stati sguinzagliati contro pur di liberarsi della feccia come lui, non era complicato spiegarsi da dove venisse quella faccia da schiaffi. La sua espressione, piegata da un improvviso e sconosciuto dolore, restata comunque stoica a sufficienza da far intuire che il dolore, che fosse fisico o mentale, fosse suo compagno da abbastanza tempo da saperlo nascondere in un cantuccio finché il luogo non sarebbe stato sicuro; in compenso, la sua mano lasciò il tavolo e la bottiglia e si grattò il largo panzone.
    Ma non smise di fissare i due, nemmeno quando il cameriere fece per avvicinarsi seguendo l'ordine di Gustavo e lui gli ruttò contro; «Che è, i miei soldi non ti piacciono? Allora ridammeli, ladro b*stardo, o me li vengo a riprendere da solo e ti ribalto questo posto prima che vengano a piantare grane le stelle di latta.» minacciò, con tono basso ma voce nasale, molto chiara, che stonava col suo aspetto ruvido. Non urlò, fu molto calmo, ma non per questo sembrò meno minaccioso.

    Edited by red sonja - 24/9/2023, 17:22
     
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    Jelai si rivolse allo spagnolo e rispose alla sua domanda, sbandierando un sorriso a denti smaglianti con una umiltà che era chiaro da mille miglia che era simulata <La ringrazio, ma uno come me non merito di essere chiamato Signor, cosa ci fa uno con maniere tanto gentili in un posto come questo?> Jelai doveva incontrarsi con il muertos in un edificio abbandonato in modo che potesse inviargli le notizie da parte della cellula dei Los muertos di Longcross su come la situazione era disperata per colpa dello sceriffo ed era per purò caso (?) che l'aveva localizzato mentre si trovava in quella osteria. L'attenzione del mago fu attirata dal bravo che inveiva contro il cameriere e la sua espressione si fece seria quando noto come il collega di pari gli avevano mandato in aggiunta come manovalanza da Nuova Eldorado, gli avevano detto che lo avrebbe riconosciuto subito ma non si aspettava che continuasse a fare lo spavaldo dopo che avesse lanciato l'incantesimo.

    Edited by SteelDragon - 28/9/2023, 14:26
     
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    Affari, ma cosa ne può sapere lei. Con il MIO permesso

    Si congedava dal nero sempre seguendo il suo copione, il mestierante non sembrava altrettanto bravo quanto lui, ma era intelligente, un qualità assai rara nella frontiera.

    Personaggio interessante, non devo farmelo perdere per nessuna cosa al molto. Il suo abito non è difficile da ricordare, come il suo acume.

    Un pensiero per sedimentare quella associazione fra viso e voce per poi dirigersi verso il bancone, mentre indicava il mago.

    Prepara un alloggio anche per il mio schiavo, mi raccomando descrizione

    Sfoggiava un altra mazzetta con la stessa leggerezza con cui qualcuno userebbe per un fazzoletto. Ad un occhio distratto, quello poteva sembrava un atto per cacciare lo stregone e non farlo entrare nel suo entourage.
    La sua attenzione veniva attirata dal messicano che sbraitava come un disperato e vedeva il cameriere nelle vicinanze in difficoltà.

    Non si preoccupi me ne occupo io

    Sorrideva mentre diceva in un inglese che farebbe invidia alla corona del Regno Unito, i suoi anni di villeggiatura con la Oxford bene aveva dato i suoi frutti.
    Il damerino che si avvicinato con il passo di un modello si teneva a tre metri dal criminale. Fingeva uno sguardo disinteressato per valutare eventuali armi improvvisate da usare per difendersi, poi si rivolgeva al messicano nella sua madre lingua.

    Non credo che El Diablo sarebbe contento se gli comunicassi che stai interferendo con i suoi piani

    Faceva un segno della croce, un ennesima finta per simulare un atto di fede per chi non parlasse la loro lingua.
    Era un bramoso studioso dell'arte di nascondersi alla luce del sole.
    Il suo tono era pacato,espressione del viso neutra,fermo nella consapevolezza che il suo peso specifico nelle questioni politiche contasse qualcosa.
    Un freddo detterente che si stagliava in quelle scacchiera di possibilità.
    Guardava il bandito negli occhi con freddezza, in altri contesti lo avrebbe punito in modo esemplare, ma sperava in cuor suo di non ricevere ulteriori insulti al suo intelletto.

    Un altra persona da tenere d'occhio per il motivo sbagliato.. dopotutto potrei divertirmi

    Accennava un sorriso.
     
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    Aveva smesso di curarsi dei due cospiratori: la sua attenzione, divisa tra lo strano dolore che lo pervadeva (erano quelli i famosi accidenti che ti pigliavano se te ne mandavano troppi?) ed il locandiere che cercava di imporsi con la sua scarsa autorità e mitigata dall'alcol abbastanza da renderlo un bersaglio facile da colpire, gli impedì di accorgersi per lungo tempo di ciò che avveniva tra il tavolo ed il bancone.
    Poi, per Rico all'improvviso, si trovò davanti lo spagnolo.
    Lo guardò con tanto d'occhi, limpidi e vivaci specchi della sua anima furibonda, ma chiaramente alticci e distratti, ed ai suoi sussurri serpentini rispose con un sonoro «Eh?» che gli piegò il faccione sporco e quell'enorme naso a patata in un'espressione confusa. Il lampo di genio venne solo in un secondo momento, intuibile dal rilassarsi delle membra facciali e dallo sgranarsi di quelle gemme luccicanti; lampo di genio a cui rispose con un «Ma pensa un po'!» borbottato più a sé stesso che all'altro.
    Si alzò. La sua mole, importante ma non troppo preoccupante, avvolta negli stracci puzzolenti che sottolineavano la sua natura di vagabondo e perdigiorno, sobbalzò e dondolò un paio di volte; afferrò la bottiglia ormai quasi vuota che giaceva sul suo tavolo ed iniziò a trascinarsi rumorosamente fuori dal locale «Vabbè, vabbè! Lo capisco quando non sono il benvenuto! Caproni e ipocriti! Me ne vado! A mai più rivederci!»

    Una volta fuori dal locale, avrebbe buttato la faccia in un abbeveratoio per sciacquarsela e riprendersi il necessario per restare sull'attenti. Il suo intento era quello di trovarsi un nascondiglio ed attendere la prossima mossa di Gustavo e del suo lacchè.
     
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    Jelai non capiva il senso della mossa del bravo messicano, non capiva se lo aveva fatto per aiutarli o per fare un dispetto al Muertos e aveva visto gli sguardi che osservavano il bandito uscire e che molto probabilmente presto si sarebbero rivolti verso di loro. Da quando il neoaffilliato se ne era andato la locanda sembrava avere un aspetto più spettrale dato che era calato un silenzio che gli sembrava in senso lato innaturale, soprattuttò per una locanda del far West dato che secondo le voci nella frontiera esse sono di solito piene di ubriaconi. La sua idea iniziale era di tagliare la corda subito ma ci ripensò e optò invece per voltarsi verso Gustavo con una faccia dalla quale era facile intuire volesse chiedere cosa fare quale mossa sarebbe idee in quel momento dato che voleva mettere la prova lo spagnolo e vedere quale sarebbe stata la sua reazione alla situazione inaspettata.

    Edited by SteelDragon - 1/10/2023, 10:16
     
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